Biodiversità, 3.000 specie «aliene» in Italia: a rischio ecosistema

Sono più di 3mila le «specie aliene» (organismi introdotti dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori dell’area di origine, che si insediano in natura) presenti in Italia che minacciano ecosistemi, salute e attività dell’uomo. Sono animali, ma anche piante: dalla nutria al siluro, dalla robinia ai gamberi rossi americani fino alla zanzara tigre, dalla panace di Mantegazzi al calabrone asiatico, molte di queste capaci di adattarsi rapidamente al loro ambiente e di mettere in crisi le specie «indigene» (qui l’elenco completo).

L’allarme è stato lanciato, da ultimo, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e da Legambiente, che in una nota hanno precisato come nel nostro Paese la presenza di nuove specie sia aumentata del 96% negli ultimi 30 anni. Il Europa il numero di specie aliene è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni. Per questo nasce «Life Asap» (Alien species awareness program), un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea il cui obiettivo è quello di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e attenuare l’impatto sull’uomo e l’ambiente. Per farlo il nuovo soggetto cercherà di creare una consapevolezza nella cittadinanza attraverso incontri, lezioni a scuola, seminari, tavole rotonde e la promozione di buone pratiche.

 

Il fenomeno in Italia

Delle 3000 specie che vengono introdotte spesso volontariamente all’interno dei nostri confini, il 15% sarebbero invasive. Capaci, cioè, di causare impatti potenzialmente devastanti agli animali autoctoni o addirittura alla biodiversità come nel caso del gambero rosso americano, lo scoiattolo grigio, la tartaruga palustre americana, la caulerpa, la robinia. Altre specie come la nutria, la cozza zebrata, i fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino, hanno invece un forte impatto economico. Basti pensare al crollo della produzione di castagne che si è verificato in Italia tra il 2008 e il 2013, determinato dalla cinipide o vespa del castagno, insetto originario della Cina. Ma ci sono anche specie animali e vegetali direttamente nocive per l’uomo, come ad esempio la zanzara tigre e l’ambrosia (alla quale molte persone sono allergiche).

La situazione nel Mediterraneo e nel Vecchio Continente

Nella zona del Mediterraneo la presenza di specie aliene, dicono gli esperti, è più che raddoppiata tra il 1970 e il 2015: solamente negli ultimi 15 anni sono state registrate 150 nuove specie. Le vie d’ingresso principali, secondo gli studi, sono i porti e gli aeroporti dove merci e persone diventano spesso veri e propri vettori volontari o inconsapevoli. Un ruolo importante nella loro diffusione, si legge nella nota «è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia, l’introduzione volontaria per attività di pesca sportiva e venatoria, il rilascio da parte di cittadini, la fuga da allevamenti». Il fenomeno costa all’Europa più di 12 miliardi di euro ogni anno.

 

di Silvia Morosi

 

Fonte: http://www.corriere.it/animali/17_gennaio_14/biodiversita-3000-specie-aliene-italia-rischio-ecosistema-uomo-natura-580c4e86-da5e-11e6-817c-c522bb7cbdb6.shtml?refresh_ce-cp

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