Acqua, all’Italia servono investimenti da 14 mld di euro ma nel Pnrr ce n’è solo un quarto

L’acqua è una risorsa indispensabile alla vita quanto all’economia – in Italia dipende dall’oro blu almeno il 17,5% del Pil – ma anche una delle più minacciate dall’avanzata della crisi climatica in corso

 

È noto da tempo che il 20% circa del nostro Paese sia a rischio desertificazione, con alcune aree (come la Sicilia) che raggiungono picchi del 70% ed altre dove l’incidenza del fenomeno sta crescendo, non solo al sud: si va dal Piemonte alla costa romagnola, da territori sparsi in Toscana e Umbria, fino alle zone alpine di Valle d’Aosta e Alto Adige. E nel frattempo gli eventi meteo estremi come le alluvioni continuano a crescere, documenta Legambiente.

 

Eppure il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) messo a punto dal Governo Draghi non sembra dedicare l’attenzione necessaria alla tutela dell’acqua. Il Pnrr destina infatti 3,5 miliardi di euro a Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo, ma secondo l’analisi di Utilitalia – la Federazione delle imprese di acqua, ambiente ed energia – ne servirebbe il quadruplo, ovvero 14 miliardi di euro.

 

È questo il dato principale emerso oggi con l’avvio del Festival dell’acqua, il principale appuntamento nazionale incentrato sui temi del servizio idrico promosso da Utilitalia a cadenza biennale e trasmesso in streaming  su https://festivalacqua.org/.

 

«Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo –  non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Solo un massiccio piano di investimenti potrà quindi consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi»

 

Su questo fronte molto bisognerà fare, osservano da Utilitalia, puntando sulla grande opportunità storica offerta dal Next generation Eu – contando anche che il 97% dei gestori del servizio idrico è a maggioranza pubblica – e sulla sua capacità di sostenere la ripresa economica in chiave di sostenibilità. In quest’ottica il ruolo delle utility può svolgere un ruolo fondamentale: le aziende italiane del settore idrico sono pronte infatti a mettere in campo investimenti per circa 10,5 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, in modo da colmare il gap che resta aperto anche nel Pnrr.

 

Il conto è presto fatto: dall’analisi Utilitalia è emerso che 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati ad interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane ed una maggiore resilienza delle infrastrutture, che al momento sono un colabrodo (l’Istat stima che prima di arrivare ai nostri rubinetti si perde in rete il 42% dell’acqua) nonostante gli investimenti delle utility nel comparto idrico stiano crescendo da tempo (10 anni fa si attestavano sui 0,5 miliardi di euro annui, oggi ammontano a circa 6 volte tanto); altri 3,1 miliardi di euro sono invece stati stimati per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche, per un totale di 10,9 miliardi di euro per progetti dedicati al contrasto ai cambiamenti climatici.

 

Al computo si aggiungono anche i circa 3 miliardi di investimenti per il comparto della fognatura e della depurazione, un comparto critico per l’Italia: l’Ue sul tema ha aperto 4 procedure d’infrazione, che già ci costano 165mila euro al giorno in multe, inoltre scontiamo ampie problematiche nella gestione dei rifiuti speciali che inevitabilmente derivano dalla depurazione delle acque, ovvero i fanghi.

 

Il totale degli investimenti richiesti per mettere in sicurezza l’acqua arriva così a 14 miliardi di euro: potrebbero sembrare molti ma è indispensabile garantirne la messa a terra, perché se perdiamo l’acqua i soldi non potranno mai sostituirla.

 

Fonte: https://www.welfarenetwork.it/acqua-all-italia-servono-investimenti-da-14-mld-di-euro-ma-nel-pnrr-ce-n-e-solo-un-quarto-20210617/