Chernobyl, 36 anni fa il disastro nucleare. L'Agenzia atomica: "Livello di radioattività anormale"

Rapporti preoccupanti arrivano dalla centrale teatro 36 anni fa del peggiore disastro nucleare della storia. Il livello di radioattività della centrale nucleare di Chernobyl è "anormale", sostiene il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che aggiunge: l'occupazione del sito nucleare di Chernobyl da parte delle forze russe "è stata molto pericolosa". "La situazione era assolutamente anomala ed assai pericolosa" ha spiegato Rafael Grossi, in visita all'impianto in occasione del 36esimo anniversario della catastrofe nucleare.

 

Una situazione dovuta alla mancata corretta gestione durante l'occupazione dell'impianto, che tuttora

necessita del continuo funzionamento della vasca di raffreddamento di barre combustibile nucleare. Per almeno una settimana, invece, la corrente elettrica a Chernobyl è rimasta staccata, con conseguenze ancora da verificare. 

 

Cronaca di un disastro

 

Il 26 aprile del 1986 alle ore 1:23:45 un guasto al reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, nel nord dell'Ucraina, provocò quello che resta a tutt’oggi il più grave incidente della storia dell'energia atomica civile, con 65 vittime accertate, circa 4 mila stimate dall'Onu e 116 mila sfollati dalla regione circostante. A 36 anni di distanza, al centro della guerra, la centrale continua a far paura.

 

Le trincee russe nel fango di uno dei luoghi più radioattivi al mondo

 

La centrale in Ucraina, che All'epoca parte dell'Unione sovietica, la centrale ucraina è tornata recentemente a far parlare di sé per i timori che con l'invasione russa potessero sfuggire al controllo i livelli di radioattività, garantiti da un apparato di sicurezza che ne verifica la tenuta.

 

Chernobyl è stata una dei primi obiettivi dell'esercito russo. Migliaia di carri armati sono entrati nell'area nei primi giorni dell’attacco e i soldati ha collocato posizioni di tiro e scavato trincee nella cosiddetta Foresta Rossa la parte più contaminata all'interno del perimetro di 30 km intorno alla centrale nucleare, prima di ritirarsi dalla zona il 31 marzo scorso.

 

L'area fu ribattezzata in questo modo perché tutti i pini erano diventati rossi dopo aver assorbito le radiazioni della fusione. Valeriy Simyonov, ingegnere capo della sicurezza dell'impianto, ha definito quella vissuta nelle settimane di occupazione russa, la peggiore situazione che abbia mai visto nei suoi 30 anni a Chernobyl: l'impianto era senza elettricità, potendo contare solo su generatori diesel per sostenere il critico lavoro di circolazione dell'acqua per il raffreddamento delle barre di combustibile esaurito. I responsabili ucraini della centrale hanno detto che alcuni soldati russi hanno persino rubato oggetti e materiali altamente radioattivi come souvenir, forse con l’idea di venderli.

 

Scavando trincee nel fango di uno dei luoghi più radioattivi al mondo, i soldati russi hanno rimosso una barriera naturale - gli strati superiori del terreno - che si era formata sopra il terreno altamente contaminato. 

 

"La minaccia esiste sempre"

 

"Non possiamo sapere cosa c'è nella testa dei russi. non potevamo aspettarci che si impadronissero delle centrali nucleari. La nostra regione sarà sempre in pericolo fino a quando il sistema in Russia non cambierà. La minaccia esiste sempre". Lo ha detto all'Ansa Yurii Fomichev, sindaco di Slavutich, la città satellite di Chernobyl dove vivono i lavoratori della centrale. Lo stesso sindaco è stato catturato dai russi il 26 marzo per alcune ore, finché non li ha convinti che "in città non c'erano armi né militari armati". Le forze russe si sono ritirate dalla zona di Slavutich tra il 29 marzo e il 3 aprile.

 

Le cifre della catastrofe del 1986

 

Quello della centrale di Chernobyl è stato il primo incidente nucleare a essere classificato come livello 7, il massimo della scala Ines degli incidenti nucleari. Secondo le stime dell'Onu i morti sono stati 4000, 65 decessi immediati, mentre le altre sono state vittime di tumori e leucemie ’collegabili’ al disastro. Ambientalisti ed esperti tuttavia parlano di centinaia di migliaia di malati e decine di migliaia di morti.

 

Ue: massima preoccupazione

 

"Nell'anniversario dell'incidente di Chernobyl del 1986, ribadiamo la nostra massima preoccupazione per la sicurezza nucleare e i rischi causati dalle recenti azioni della Russia presso il sito di Chernobyl"

dal momento che "la Russia ha preso di mira e occupato siti nucleari ucraini, danneggiando incautamente gli impianti". È la dichiarazione congiunta di Josep Borrell, Alto rappresentante dall'Ue per la Politica estera, e della commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, in occasione del trentaseiesimo anniversario del disastro di Chernobyl. "Questa tragedia di lunga durata ha avuto conseguenze diffuse in Ucraina, Bielorussia, Russia e in altre parti d'Europa, causando vittime, sofferenze umane, danni alla salute a lungo termine, carenza di cibo e inquinamento dell'ambiente", affermano i commissari. “Circa 350 mila persone hanno dovuto lasciare le loro case in aree fortemente contaminate, con conseguenze sociali ed economiche che continuano ancora oggi”.

 

Nel contesto attuale della guerra in Ucraina "l'occupazione illegale e l'interruzione delle normali operazioni, come l'impedimento della rotazione del personale, compromettono il funzionamento sicuro e protetto delle centrali nucleari in Ucraina e aumentano notevolmente il rischio di incidenti", si legge ancora nella nota. "Chiediamo a Mosca di restituire il controllo della centrale nucleare occupata di Zaporizzja alle autorita' ucraine e di astenersi da qualsiasi ulteriore azione contro le installazioni nucleari", e' l'appello di Borrell e Simson che infine si rivolgono alla comunità internazionale per "avviare immediatamente una riflessione su come migliorare gli strumenti internazionali esistenti per proteggere i siti nucleari nel contesto della guerra e sull'eventuale necessità di nuovi strumenti specifici".

 

Non solo Chernobyl

 

Chernobyl non è infatti l'unica centrale nucleare a far paura in questa guerra: si è spesso parlato di

quella di Zaporizhia, la più grande dell'Ucraina, già nei primi giorni di guerra teatro di azioni militari e sorvolata proprio la scorsa notte da due missili cruise lanciati dall'esercito russo: una situazione "potenzialmente catastrofica a livello mondiale, nel caso un impianto venisse colpito", ha  avvisato il capo di Energoatom, Petro Kotin.

 

Sono 15 in tutto i reattori operativi del paese in quattro differenti centrali nucleari in tutta l'Ucraina: secondo quanto riferito ieri dalle autorità di Kiev all'Aiea, 7 sono attualmente collegati alla rete, di cui due alla centrale nucleare di Zaporizhzhya controllata dalla Russia, due alla centrale nucleare di Rivne,

due alla centrale nucleare dell'Ucraina meridionale e uno a Khmelnytskyy. Gli altri otto reattori sono chiusi per manutenzione regolare o tenuti di riserva. Kiev assicura che i sistemi di sicurezza rimangono operativi presso le quattro centrali e continuano anche ad avere energia disponibile fuori sede. 

 

36 anni fa la nube tossica che spaventò l'Europa

 

L'incidente di Chernobyl provocò 36 anni fa una nube tossica sull'Europa e il successivo allarme di tutto il continente, un allarme lanciato colpevolmente in ritardo dalle autorità sovietiche. Mosca ammise l’incidente solo giorni dopo.

 

A rendersi conto che qualcosa di grave era successo fu un addetto di una centrale nucleare in Svezia, a oltre mille chilometri di distanza, che si accorse del livello di radioattività nell’aria aumentati senza una ragione apparente.  Dopo avere inizialmente ipotizzato una contaminazione dovuta a una fuga di radiazioni della centrale e averlo escluso in seguito a controlli più accurati, e dopo che l’allarme si era allargato ad altre centrali scandinave, il calcolo della direzione del vento restrinse il campo della probabile provenienza della radioattività alla Bielorussia o all’Ucraina. A questo punto alle autorità sovietiche non restò che ammettere il disastro di Chernobyl.

 

L’impatto ambientale del disastro del 1986 è stato devastante e il livello di contaminazione ha superato di 200 volte quello provocato dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Ci sono voluti ben 15 giorni per spegnere definitivamente l’incendio, per ricoprire il reattore distrutto è stato avviato un progetto di contenimento del costo di un miliardo di dollari.

 

La dinamica dell'incidente

 

Alla base del disastro vi sarebbero stati errori di procedura nel corso di un test di sicurezza sul reattore 4, test già ripetutamente fallito negli anni precedenti e che aveva come obiettivo la definitiva omologazione dell'impianto. La dinamica degli eventi che causarono e seguirono lo spegnimento del reattore è stata oggetto di ricostruzioni divergenti. Il punto fermo è che in corrispondenza dell'inizio della manovra d'emergenza, il reattore non si spense e anzi guadagnò ulteriormente potenza, in modo rapidissimo e molto oltre ogni limite di sicurezza.

 

Nel 2019 fa i tragici eventi di quei giorni a Chernobyl sono stati raccontati in una miniserie televisiva di successo con Jared Harris e Stellan Skarsgård.

 

Fonte: https://www.rainews.it/photogallery/2022/04/chernobyl-36-anni-fa-il-disastro-nucleare-il-ritorno-nella-centrale-dopo-loccupazione-russa-48e993fa-daed-4233-9181-3a76b35fbe4d.html