L'economia circolare ed i suoi benefici secondo il rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente

In un recente rapporto “Circular economy in Europe- Developing the knowledge base”, l'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA), occupandosi di economia circolare, ha sottolineato i benefici, evidenziato quali settori risultano maggiormente coinvolti,

indagato lo stato di avanzamento dell’economia circolare in ambito europeo.

In questa ARPATnews vediamo, in sintesi, i vantaggi legati a questo modello economico, ma prima cerchiamo di comprendere cosa si intende per economia circolare. L'idea nasce intorno agli anni sessanta, ma è tornata fortemente in auge con la Comunicazione della commissione Europea “Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti”.

 

In sostanza, l'economia circolare rappresenta un'alternativa all'econonomia definita “lineare” che è, oggi, in uso. Quest'ultimo modello presuppone che le risorse naturali siano in eccedenza, facili da reperire e disponibili a basso prezzo.

 

La fondazione Ellen McArthur, che tra le prime ha sostenuto e sostiene questo diverso paradigma economico, definisce l'economia circolare come quella in grado di “ristorare”, ovvero attraverso la quale si mantiene l'utilità dei prodotti, dei componenti e dei materiali, mantenendone il valore.

 

In questo modo si minimizza il bisogno di nuove richieste di materiali vergini ed energia e, al contempo, si riducono le pressioni ambientali legate all'estrazione di risorse, alle emissioni in atmosfera ed alla produzione di rifiuti.

 

Creare una società basata sull'economia circolare richiede cambiamenti radicali; in questo alcuni fattori risultano trainanti ma non esaustivi: dal design del prodotto ai nuovi modelli di business, dai nuovi modi di preservare le risorse naturali (ad esempio estendendo la durata della vita dei prodotti) alla trasformazione dei rifiuti in risorse, dai nuovi comportamenti nei consumi a diverse norme e prassi, fino ad una nuova educazione ed una nuova finanza.

 

Per la sua complessità, inoltre, questo mutamento avrà bisogno del coinvolgimento di tutte le parti interessate: i governi, le imprese, la finanza, la società, la società civile ed i singoli cittadini.

 

 

Benefici per le risorse

 

Uno dei problemi che si trova ad affrontare oggi l'Europa è quello di reperire in modo sicuro le risorse e ridurre la sua dipendenza dall'importazione di materie prime. In questo senso, l'economia circolare potrebbe incrementare il consumo efficiente delle risorse primarie in Europa, ma anche nel mondo, conservando i materiali contenuti in prodotti di alta qualità o reinserendo i rifiuti nel ciclo economico come materie seconde di alta qualità.

 

Questo significa ridurre la domanda di materie prime e la dipendenza dall'importazione delle stesse, rendendo l'approvvigionamento, per alcuni settori industriali, meno soggetto alla volatilità dei prezzi dei mercati internazionali delle materie prime e all'incertezza della fornitura dovuta alla scarsità della risorsa  e/o a fattori geo-politici.

 

Si stima che circa il 6-12% di tutti i consumi di materie prime, compreso il combustibile fossile, potrebbe essere evitato con il riciclaggio, le politiche di prevenzione dei rifiuti e quelle di eco-design, ma si potrebbero raggiungere anche percentuali maggiori (10-17 %). 

Un recente studio sugli impatti dell'economia circolare sul settore alimentare, sulla mobilità e sull'edilizia sostenibile stima che, annualmente, potrebbero essere risparmiate risorse primarie per un valore di 600 milioni di euro in Europa (EU) fino al 2030.

 

Benefici ambientali: riduzione degli impatti sull'ambiente

 

In quest'ambito, l'obiettivo principale della politica di efficienza nell'uso delle risorse, previsto dall'UE, è il disaccoppiamento tra produzione e benessere, uso delle risorse, consumo di energia e relativi impatti ambientali. La Commissione europea stima che obiettivi più ambiziosi nel riciclaggio dei rifiuti urbani e da imballaggio ed una minore quantità di rifiuti smaltiti in discarica potrebbero portare ad una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ma si potrebbe anche fare di più !

 

Si è stimato, per esempio, che solo in alcuni settori, come l'alimentare, la ristorazione ed i servizi di ospitalità, le misure di efficientamento delle risorse potrebbero evitare intorno a 100-200 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica equivalenti ogni anno.

 

Benefici economici: opportunità per la crescita economica e l'innovazione

 

L'economia circolare si propone come una piattaforma per tecnologie e modelli di business volti a creare più valore economico con minore sfruttamento delle risorse naturali.

 

Questo modello economico potrebbe ridurre i costi in alcuni settori industriali; per esempio si stima che l'implementazione dell'approccio dell'economia circolare nella manifattura di beni durevoli di media vita possa ridurre il costo netto del materiale, con un risparmio da 340 a 630 bilioni per anno nella sola EU, circa il 12-23% degli attuali costi sostenuti per i materiali di produzione in questi settori.

 

Per alcuni beni di consumo, come cibo, bevande, tessile e packaging, il potenziale di risparmio per il materiale è addirittura stimato in 700 bilioni per anno. 

 

Un altro studio, invece, stima i benefici derivanti dalla riduzione dei costi legati alla produzione/smaltimento dei rifiuti, prevedendo risparmi annuali che vanno da 245 miliardi di euro a 604 miliardi di euro.

 

Benefici sociali: atteggiamento sostenibile da parte dei consumatori e opportunità di lavoro

 

L'innovazione sociale associata alle politiche di sharing, eco-design, riuso, riciclo contribuisce a fare maturare un atteggiamento più sostenibile nei consumi ed a migliorare la salute umana e la sicurezza. L'economia circolare può inoltre contribuire a creare nuove opportunità di lavoro.

 

Secondo la valutazione della Commissione Europea, nel solo settore della gestione dei rifiuti, si potrebbe arrivare perfino alla creazione di 178 000 nuovi posti di lavoro diretti entro il 2030.

Lo sviluppo di catene completamente circolari potrebbero avere un potenziale anche significativamente più grande.

 

Il settore dei servizi (noleggio, sharing, ecc) potrebbe anch’esso fornire posti di lavoro per persone con tutti i livelli di istruzione.

 

Un recente studio ritiene che 2 200 nuovi posti di lavoro, soprattutto per operai, potrebbero essere creati, entro il 2030, nei settori delle costruzioni, automobilistico, manifatturiero, finanziario, logistico, ricerca e sviluppo e settori amministrativi, fornendo opportunità per i giovani disoccupati, applicando i criteri alla base dell'economia circolare.

 

FONTE: http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2016/162-16/162-16-agenzia-europea-ambiente-i-benefici-delleconomia-circolare

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