Forte impatto della polvere sahariana sulla qualità dell'aria nel Mediterraneo

Secondo le previsioni del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (- CAMS) un nuovo episodio di polvere sahariana raggiungerà l'Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale anche questa settimana e «L'ultimo episodio dovrebbe raggiungere il picco tra il 13 e il 14 giugno, con un aumento della concentrazione di particolato grossolano (PM10) a livello del suolo nell'Europa sudorientale e in altre parti del Mediterraneo orientale». 

 

Infatti, le previsioni di CAMS mostrano dal 10 giugno «Un episodio di trasporto di polvere sahariana che attraversa il Mediterraneo centrale e orientale, con conseguenti elevate concentrazioni superficiali di PM10 in aree come Bulgaria, Cipro o Grecia per diversi giorni, con valori significativamente superiori alla soglia di esposizione media di 24 ore di 50 µg/m3 stabilita dall'Ue per la qualità dell'aria, indicando una rilevante diminuzione della qualità dell'aria in questi Paesi, insieme alla possibilità di cieli nebulosi nelle regioni interessate. Con i valori più alti che si verificheranno con ogni probabilità il 13 giugno, le previsioni del CAMS relative alle massime giornaliere di PM10 dovrebbero raggiungere concentrazioni anche superiori a 100 µg/m3, che indica una qualità dell'aria molto scarsa, in base all'indice di qualità dell'aria dell'Agenzia europea dell'ambiente, in alcune parti di questi Paesi».

 

Questo episodio di trasporto di polvere sahariana è stato preceduto da altri due avvenuti tra il 3 giugno e il 7 giugno. Il primo ha interessato anche l'Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale. Il secondo ha attraversato l'Africa nord-occidentale, raggiungendo la penisola iberica, la Francia meridionale e l'Italia settentrionale. CAMS ricorda che «Questi recenti episodi sono gli ultimi di una serie di eventi di trasporto di polvere sahariana attraverso il Mediterraneo e l'Europa meridionale fino ad oggi nel 2024».

 

Mark Parrington, senior scientist CAMS, ha sottolineato che «Il trasporto di polveri sahariane attraverso il Mediterraneo verso l'Europa non è insolito. Le osservazioni mostrano un aumento dell'intensità e della frequenza di questi eventi in alcune parti d'Europa negli ultimi anni, evidenziando l'importanza di un monitoraggio continuo della nostra atmosfera per capire come la qualità dell'aria potrebbe cambiare in relazione a questi episodi».

 

Infatti, il trasporto di polveri sahariane è stato attentamente monitorato dalle autorità nazionali di alcuni dei Paesi più colpiti: Bulgaria, Grecia e Cipro, che attualmente collaborano con il CAMS nell'ambito del Programma di collaborazione nazionale per aumentare ulteriormente l'accuratezza e l'affidabilità delle previsioni sulle polveri. 

 

Vassilis Amiridis, direttore di ricerca dell'Osservatorio Nazionale di Atene (NOA), ha spiegato che «Il NOA ha monitorato gli episodi di intrusione di polvere sahariana in Grecia, per informare la popolazione sulla loro gravità e sul loro potenziale impatto sulla qualità dell'aria. I dati CAMS sono stati fondamentali per tracciare con precisione il più recente trasporto di polveri a lungo raggio, aiutandoci a prepararci ai suoi potenziali impatti negativi. NOA è supportato dal CAMS NCP per sviluppare e fornire previsioni ridimensionate a 2 km di risoluzione utilizzando CAMS e dati locali provenienti da sensori remoti a terra in Grecia».

 

Elena Hristova, capo divisione dell'Istituto Nazionale di Meteorologia e Idrologia della Bulgaria, ha aggiunto: «Poiché sempre più episodi di polvere sahariana interessano la Bulgaria, stiamo prestando particolare attenzione a questi eventi. Le informazioni specifiche sulla loro intensità e sul loro comportamento sono essenziali per sensibilizzare la popolazione sulle implicazioni per la salute e per la pianificazione in settori chiave come la produzione di energia. Il NIMH, nell'ambito del programma di collaborazione nazionale CAMS, fornisce - in modalità operativa - previsioni relative alle polveri su un'area più ampia che copre i Balcani e la Bulgaria, utilizzando i dati dei modelli di previsione CAMS regionali e globali».

 

Il cipriota Silas Michaelides, direttore operativo del Centro di eccellenza ERATOSTHENES ha concluso: «L'aumento dell'intensità e della frequenza degli episodi di trasporto della polvere sahariana a lungo raggio è un problema che trascende i confini nazionali, rendendo la cooperazione scientifica internazionale e le iniziative sovra-nazionali come Copernicus una necessità per sviluppare ulteriormente la nostra comprensione del sistema terrestre».

 

Fonte https://greenreport.it/news/crisi-climatica-e-adattamento/976-forte-impatto-della-polvere-sahariana-sulla-qualita-dellaria-nel-mediterraneo

L’UE imporrà dazi fino al 38% sulle auto elettriche cinesi

Bruxelles è pronta a mettere dazi sulle auto elettriche cinesi che ricevono sussidi illegittimi per frenare la concorrenza sleale di Pechino. Dal 4 luglio prossimo potrebbero scattare imposte temporanee aggiuntive fino al 38,1% sui BEV importati in Europa, che si sommano al 10% già in vigore.

 

Tutto pronto per i dazi sulle auto elettriche cinesi

La decisione arriva mentre è ancora in corso l’indagine della Commissione UE sui sussidi ai veicoli elettrici cinesi avviata lo scorso ottobre. Nelle prossime settimane i funzionari di Bruxelles cercheranno un accordo con il governo cinese. In caso di fumata nera, scatteranno i dazi temporanei. Che potranno poi essere confermati o rimodulati al termine dell’indagine, ovvero entro novembre 2024.

 

“Ciò si basa su prove evidenti della nostra approfondita indagine e nel pieno rispetto delle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio. Ora collaboreremo con le autorità cinesi e tutte le parti interessate per finalizzare questa indagine”, ha affermato Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione con delega al commercio.

 

“Il nostro obiettivo è ripristinare condizioni di parità e garantire che il mercato europeo rimanga aperto ai produttori di veicoli elettrici cinesi, a condizione che rispettino le regole commerciali concordate a livello globale”, ha aggiunto.

 

Dazi temporanei fino al 38,1%

L’ammontare dell’imposta viene calcolato in base al grado di cooperazione che i singoli marchi hanno dimostrato con le autorità europee. Per BYD il dazio temporaneo previsto è del 17,4%, per Geely del 20% e per SAIC del 38,1%. Altri produttori auto che hanno collaborato con Bruxelles saranno soggetti a dazi del 21%, mentre per chi non ha supportato l’inchiesta scatterà l’aliquota più alta, al 38,1%.

 

“Nell’ambito dell’indagine in corso, la Commissione ha provvisoriamente concluso che la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria (BEV) in Cina beneficia di sovvenzioni ingiuste, che stanno causando una minaccia di danno economico ai produttori UE di BEV. L’indagine ha inoltre esaminato le probabili conseguenze e l’impatto delle misure su importatori, utenti e consumatori di BEV nell’UE”, fa sapere la Commissione UE in una nota.

 

Gli EV cinesi sono già il 7,9% del mercato auto UE

Già a marzo l’esecutivo comunitario aveva comunicato di avere elementi sufficienti per ritenere che le importazioni degli EV cinesi “sono oggetto di sovvenzioni”. Aiuti che consistono nel trasferimento diretto di fondi e in potenziali trasferimenti diretti di fondi o obbligazioni, ma anche nella rinuncia della pubblica amministrazione ad entrate altrimenti dovute o nella mancata riscossione delle stesse. O, ancora, nella fornitura, da parte della pubblica amministrazione, di beni o servizi per un corrispettivo inferiore all’importo che sarebbe adeguato.

 

Per questa ragione, Bruxelles aveva iniziato a raccogliere i dati doganali sulle importazioni di EV da Pechino, essenziali per procedere con i dazi sulle auto elettriche cinesi. Il timore è che la concorrenza sleale della Cina provochi un effetto dumping e distorca il mercato europeo, mettendo fuori gioco i brand del vecchio continente.

 

Gli EV a basso costo di Pechino (o prodotte da marchi europei in Cina) si sono rapidamente fatti strada in Europa, passando dalle 57mila unità vendute nel 2020 alle 437mila del 2023, con un conseguente aumento del volume di transazioni da 631 milioni a 9,66 miliardi di euro. Questo ha consentito alla Cina di conquistare quote di mercato crescenti, dallo 0,4% del 2019 al 7,9% registrato l’anno scorso. Secondo un’analisi di Transport & Environment, se inalterato, questo trend porterebbe la fetta di EV cinesi in Europa a oltre il 20% già nel 2027.

 

di Lorenzo Marinone

 

Fonte https://www.rinnovabili.it/mobilita/automotive/dazi-auto-elettriche-cinesi-ue/

Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, prepariamoci all’imprevisto!

“Sicurezza alimentare: prepararsi all’inaspettato” è il tema della Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare 2024 promossa da FAO e OMS. La giornata, che si celebra ogni anno il 7 giugno, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza alimentare, promuovere pratiche che garantiscano cibo buono e nutriente per tutti e rafforzare gli sforzi globali per prevenire, rilevare e gestire i rischi alimentari.

 

Ogni anno milioni di persone si ammalano a causa di cibi contaminati. Queste malattie non solo causano sofferenza e morte ma hanno anche un impatto significativo sui sistemi sanitari e sull’economia globale.

 

La sicurezza alimentare è anche strettamente legata alla sostenibilità. Pratiche agricole sostenibili e sistemi alimentari resilienti possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare, proteggere la biodiversità e garantire che le risorse naturali siano disponibili per le generazioni future.

 

Giornata della Sicurezza Alimentare, fronteggiare gli imprevisti

La campagna di quest’anno per la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare pone l’accento sull’importanza di essere preparati a fronteggiare qualsiasi imprevisto che possa mettere a rischio la salute, dalle interruzioni di corrente domestiche alle emergenze sanitarie internazionali, passando per le epidemie di malattie di origine alimentare.

 

Per questo motivo, la FAO, l’OMS e i loro partner invitano tutti, dai governi agli individui, a riflettere su come possiamo prepararci al meglio per affrontare queste sfide.

 

Cosa possiamo fare noi per avere cibo sicuro

Imparare a conservare correttamente il cibo in casa è la prima regola (attenzione in caso manchi la corrente per molte ore, il cibo nel frigorifero potrebbe deperirsi); fondamentale seguire le norme igieniche mentre cuciniamo come lavarsi sempre le mani dopo aver toccato carne o uova crude. Importante anche essere informati sui rischi per la sicurezza alimentare nella propria zona.

 

Cosa possono fare governanti e decisori politici

Governo e organi preposti devono investire in sistemi di controllo alimentare sempre più efficaci, devono sviluppare piani di emergenza per la sicurezza alimentare, educare il pubblico sui rischi per la sicurezza alimentare con una comunicazione capillare. Promuovere pratiche agricole e di produzione alimentare sostenibili.

 

Le azioni delle imprese alimentari

In primis implementare rigorosi sistemi di controllo della qualità e adottare pratiche di produzione e trasformazione sicure. Rintracciare e richiamare rapidamente i prodotti contaminati e comunicare in modo trasparente con i consumatori in caso di problemi di sicurezza alimentare.

 

La black-list della Coldiretti

La lista dei cibi pericolosi per la salute 2023, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto Rassf 2022 comprende:

 

Fichi secchi – Turchia – Aflatossine;

Pesce spada – Spagna – Mercurio;

Carni di pollo – Polonia – Salmonella;

Cozze e vongole – Spagna – E.Coli e Salmonella;

Pistacchi -Turchia – Aflatossine;

Ostriche – Francia – Norovirus;

Pistacchi – Usa – Aflatossine;

Erbe e spezie – India – pesticidi;

Pistacchi – Iran – Aflatossine;

Litchi – Cina – Pesticidi.

Significa non mangiare mai più questi cibi? Il consiglio è quello di evitare di consumare sempre gli stessi cibi, un’alimentazione variegata è la soluzione migliore meglio se con prodotti biologici che garantiscono una filiera senza pesticidi.

 

Fonte https://www.ecoincitta.it/giornata-mondiale-della-sicurezza-alimentare-prepariamoci-allimprevisto/

Elettricità futura, regole per evitare la saturazione della rete

Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione è necessario risolvere il problema della saturazione virtuale della rete di trasmissione e garantire un efficace meccanismo di gestione delle richieste di connessione.

    E' quanto afferma in una nota Elettricità Futura, la principale associazione del settore elettrico italiano che rappresenta oltre il 70% del mercato nazionale, che ha inviato al Mase, Arera e Terna un documento di proposte.

    Secondo l'associazione il problema della saturazione virtuale della rete è chiaramente visibile nell'ammontare delle richieste di connessione arrivate a circa 336 GW di potenza rinnovabile (al 31 marzo 2024).

    "Questo dato da una parte dimostra il forte e crescente interesse di operatori solidi a installare nuovi impianti rinnovabili in Italia, dall'altra include anche numerose richieste di connessione per progetti destinati a non essere né autorizzati, né realizzati, ma che tengono "virtualmente" impegnata la capacità di rete" afferma Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura. "Pertanto, è irrimandabile l'introduzione di nuovi criteri per le domande di connessione alla rete di trasmissione in grado di garantire che i progetti con basi solide dal punto di vista tecnico e finanziario possano avere certezza di realizzazione, nell'immediato - intervenendo sulle richieste già presentate - e in futuro - intervenendo sugli iter delle nuove richieste di connessione". Elettricità Futura avanza 5 proposte: commisurare il costo della connessione non solo alla capacità impegnata, ma anche alla durata dell'impegno; determinare la decadenza delle richieste di connessioni non supportate da ragionevoli aspettative di conferma e attivazione; prevedere per le richieste future criteri più stringenti e selettivi; intervenire sui corrispettivi delle connessioni e intervenire sul funzionamento dei Tavoli tecnici.

 

Fonte https://www.ansa.it/amp/ansa2030/notizie/energia_energie/2024/06/10/elettricita-futura-regole-per-evitare-la-saturazione-della-rete_66393194-d7b0-47e8-a6b5-0d9d9253ddbe.html

L'Università studia il futuro delle esplorazioni spaziali con veicoli a propellente 'verde'

La sostenibilità può arrivare anche nello spazio grazie ad uno studio su nuova classe di veicoli orbitali che per muoversi nello spazio utilizzano propellenti 'verdi'. La notizia arriva da uno studio del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Acta Astronautica e realizzato nell’ambito di ASCenSIon, un progetto europeo che ha visto la partecipazione di molti partner nazionali e internazionali, tra cui il Politecnico di Milano e Università La Sapienza di Roma in Italia, e numerose altre realtà in Germania, Francia, Belgio e Spagna. La ricerca pubblicata nell’articolo è stata svolta da Alberto Sarritzu sotto la supervisione del professore Angelo Pasini; il team del progetto all’Università di Pisa include anche la dottoranda Lily Blondel-Canepari.

 

"I nuovi propellenti 'verdi' potranno certamente sostituire i propellenti tossici oggi prevalentemente usati - spiega Alberto Sarritzu - Questo permetterà da un lato di migliorare l’efficienza della propulsione e rendere possibili missioni che al momento non lo sono, dall’altro di semplificare le operazioni a terra in preparazione dei veicoli orbitali, che oggi sono lunghe, complicate e costose".

 

Lo studio di propellenti verdi è uno sforzo internazionale che va avanti da decenni, con l’Università Pisa che negli anni ha ricoperto un ruolo chiave. I propellenti verdi sono generalmente composti chimici a basso impatto ambientale e tossicità, come acqua ossigenata ad alte concentrazioni o protossido d’azoto, comunemente conosciuto come anestetico. Rientrano tra questi anche il comune cherosene e altri idrocarburi, che rappresentano comunque un enorme passo avanti rispetto ai tradizionali composti utilizzati che invece contengono idrazina o tetrossido di azoto, sostanze estremamente tossiche e dannose per l’ambiente e la salute umana. La gestione di questi componenti è non solo potenzialmente dannosa per il personale coinvolto, ma anche estremamente costosa, per cui il settore da anni cerca di trovare delle valide alternative.

 

L’Ateneo, nell’ambito del progetto ASCenSIon, si è occupato di studiare sistemi propulsivi compatibili con i propellenti 'verdi'. I sistemi propulsivi sono uno degli elementi più cruciali per il corretto funzionamento dei veicoli orbitali ed hanno un ruolo chiave per il successo delle missioni, regolando sia il movimento dei veicoli in orbita che il controllo d’assetto.

 

"La nuova classe di veicoli spaziali che abbiamo studiato promette di portare innovazioni che possono avere ricadute per tutti noi - sottolinea Angelo Pasini - come ad esempio un accesso più facile e sostenibile allo spazio, la rimozione attiva dei detriti spaziali causati da decenni di utilizzo incontrollato delle nostre orbite e lo sviluppo di nuove missioni per l’esplorazione spaziale".

 

Alberto Sarritzu sta terminando il suo dottorato all’Università di Pisa. Ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo diversi anni di lavoro in multinazionali all’estero. Ha deciso di intraprendere la ricerca per avere un impatto sull’industria, in particolare per provare a rendere più sostenibile e attraente un ambito in forte crescita come quello dello spazio. Lily Blondel-Canepari è una studentessa di dottorato all’Università di Pisa. E' laureata in fisica alla EPFL di Losanna in Svizzera e ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo aver lavorato presso il CERN e precedentemente l’Agenzia Spaziale Europea.

 

Il suo lavoro è improntato sulla ricerca di una nuova definizione all’aggettivo 'verde' per quanto riguarda i propellenti spaziali in modo da valutare il reale impatto delle scelte future. Angelo Pasini è ricercatore di propulsione aerospaziale al dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa dal 2016. Prima di intraprendere la carriera accademica, ha lavorato per oltre dieci anni nel settore della propulsione verde, inizialmente presso l’azienda ALTA, spin-off dell’università, e successivamente presso l’azienda Sitael.

 

Fonte https://www.pisatoday.it/cronaca/ricerca-propellenti-verdi-missioni-aerospaziali-universita-pisa.html

Eco-Media Academy: il 14 giugno il corso di formazione sull’economia circolare nelle città

Terzo appuntamento 2024 con i corsi on line di formazione giornalistica Eco Media Academy il 14 giugno: GREEN NEW DEAL – Economia circolare nelle città: verso una transizione ecologica e sociale.

Le città e le azioni intraprese su suolo urbano sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo e dell’Agenda 2030 dell’ONU. Le amministrazioni comunali sono spesso responsabili della gestione dei rifiuti e dell’acqua, della pianificazione urbanistica, dello sviluppo commerciale, dell’assistenza e dei servizi sociali e della salvaguardia dell’ambiente a livello locale. E’ necessario attuare azioni concrete, precise e misurabili, in grado di mostrare non solo buone intenzioni ma anche progressi e risultati.

Il Corso si pone l’obiettivo di dare un’informazione ampia sullo “status quo”, anche in riferimento alla progettualità in atto pubblico/privato, stimolando e sensibilizzando il racconto dei media. Il coinvolgimento di voci autorevoli permetterà di darne una fotografia più completa ed efficace.

Programma economia circolare

Eco Media Academy, gli obiettivi

Eco Media Academy propone dal 2021 percorsi di formazione per giornalisti al fine di restituire una visione d’insieme, insegnare un approccio sistemico, raccontare fatti e iniziative con uno stile che tenga unite le questioni generali e settori tematici, utilizzando un linguaggio chiaro e corretto, educando a una nuova narrazione meno spettacolarizzata, che sappia valorizzare esempi virtuosi.

Il giornalista potrà così riportare un’informazione che raccolga le istanze non più in modo confuso e superficiale, capace di anteporre la critica obiettiva al sensazionalismo, l’approfondimento all’intrattenimento, diventando un esperto qualificato con titoli e competenze specifiche.

Gli Enti coinvolti nel corso del 14 giugno 2024 sull’economia circolare

Il corso Eco Media Academy rilascia 3 crediti ed è promosso da Pentapolis Institute con il patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, ha il sostegno del Parlamento Europeo Rappresentanza in Italia e vede la partecipazione di AssobenefitEnea Conoe.