Ricerca italo-statunitense: la zuppa di plastica del Mediterraneo

Lo studio “The Mediterranean Plastic Soup: synthetic polymers in Mediterranean”, pubblicato su Nature/ScientificReports  da un team dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Lerici (Ismar-Cnr), in collaborazione con le Università di Ancona, del Salento e la californiana Algalita Foundation, stima la presenza nel 2013 di microplastica galleggiante in mare aperto nel Mediterraneo occidentale e conferma quanto emerso da studi, ricerche e spedizioni precedenti.

 

Stefano Aliani, dell’Ismar-Cnr, spiega che «Per la prima volta sono stati individuati i polimeri che costituiscono la microplastica galleggiante in mare e la loro distribuzione. Si tratta soprattutto di polietilene e polipropilene, ma anche di frammenti più pesanti come poliammidi e vernici, oltre a policaprolactone, un polimero considerato biodegradabile. Questo tipo di informazioni sono importanti per avere una stima precisa della dimensione del problema generato dai rifiuti di microplastica in mare e per attivare opportuni programmi di riduzione della presenza di questi inquinanti».

 

Il team di ricercatori italo- statunitense  – che oltre ad Aliani  comprende  Giuseppe Suaria, Carlo G. Avio, Annabella Mineo, Gwendolyn L. Lattin, Marcello G. Magaldi, Genuario Belmonte, Charles J. Moore, Francesco Regoli – sottolinea che «I polimeri sono distribuiti in misura e modo non omogenei nel Mediterraneo».

 

Aliani dice che «Le ragioni della disomogeneità distributiva dipendono dalle diverse sorgenti di rifiuti, che possono essere le aree densamente abitate lungo la costa, i fiumi e i processi di trasporto marino tipici di un bacino. Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di plastica e si pensa che fino a 12 milioni di tonnellate finiscano in mare. La microplastica è costituita da quei frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri che, per quanto non visibili ad occhio nudo, sono stati trovati a galleggiare pressoché ovunque nel Mediterraneo, con concentrazioni tra le più alte al mondo. Ad esempio, nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale nel 1999 sono stati stimati circa 335.000 frammenti di plastica per km2, mentre in Mediterraneo si parla di una media di circa 1,25 milioni. Nel tratto di mare tra la Toscana e la Corsica è stata rilevata la presenza di circa 10 kg di microplastiche per km2, contro i circa 2 kg presenti a largo delle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia e lungo il tratto nord della costa pugliese».

 

FONTE: http://www.greenreport.it/news/rifiuti-e-bonifiche/ricerca-italo-statunitense-la-zuppa-plastica-del-mediterraneo/

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