Rapporto Bes 2016: il benessere equo e sostenibile in Italia

Giunto alla quarta edizione, il Rapporto Bes ISTAT offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l'analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.

 

Quest'anno il Rapporto Bes si lega a due importanti novità:

 

- l'inclusione degli indicatori di benessere equo e sostenibile tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale, come previsto dalla riforma della Legge di bilancio, entrata in vigore nel settembre 2016;

- l'approvazione da parte delle Nazioni Unite dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dei 17 obiettivi (SDGs nell'acronimo inglese), con i quali vengono delineate a livello mondiale le direttrici dello sviluppo sostenibile dei prossimi anni.

 

Nel periodo 2015-16 gli indicatori compositi danno segnali di miglioramento, rispetto al 2013, per quanto riguarda soddisfazione per la vita, occupazione, istruzione, salute e ambiente; una sostanziale stabilità si rileva per condizioni economiche minime, qualità del lavoro, relazioni sociali e reddito. Dal confronto con la situazione relativa al 2010 emergono trend positivi per salute, ambiente, istruzione e un recupero completo per l’occupazione; livelli lievemente inferiori si registrano per reddito, relazioni sociali e soddisfazione per la vita. I divari sono invece ancora rilevanti per condizioni economiche minime e qualità del lavoro. Il quadro che emerge rispetto al 2013 è quindi di miglioramento o stabilità per tutte le componenti del benessere; il recupero è invece ancora parziale se il termine di confronto è il 2010.

Nei territori gli indicatori compositi hanno avuto evoluzioni in linea con quelle nazionali ma l’intensità è stata diversa. Il Nord e il Centro registrano un miglioramento per ambiente, salute e istruzione nell’ultimo anno negli altri domini si è tornati vicini ai livelli del 2010, ad

eccezione della qualità del lavoro. Nel Mezzogiorno permangono forti divari rispetto al 2010 per condizioni economiche minime, qualità del lavoro e soddisfazione per la vita, mentre si rilevano miglioramenti in tutti i domini nel confronto con il 2013.

 

Fonte: http://www.istat.it/it/archivio/194029

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