"Uniti contro il global warming potremo creare 65 milioni di posti di lavoro"

La creazione di 65 milioni di posti di lavoro entro il 2030 e un indotto economico di 26 trilioni di dollari. A tanto ammonta il conto positivo di ciò che potrebbe portare un'azione efficace nella lotta al cambiamento climatico. Di questo, e di come al contrario si potrebbero avere danni economici annuali ben superiori ai 320 miliardi di dollari (che si sono registrati nel 2017 a causa dei cambiamenti climatici), si discuterà nei prossimi giorni a San Francisco. 

 

Gli scenari futuri sono stati elaborati da uno studio della Global Commission on the New Climate Economy che mostra quali vantaggi potrebbero portare iniziative globali nella lotta al global warming: i dati, già presentati dall'Onu, serviranno a rafforzare la tesi della necessità di un intervento comune immediato.

 

Sono infatti giorni decisamente "caldi", questi ultimi, nella lotta al global warming: in California, dal 12 al 14 settembre, proprio in casa del "negazionista" Donald Trump poco avvezzo a credere ai danni creati dall'effetto serra, si terrà un nuovo e urgente vertice mondiale sul clima. 

 

Diversi governi premeranno sull'acceleratore perché, dicono più report scientifici, siamo indietro sugli accordi di Parigi e serve un'azione immediata e incisiva per evitare il rapido innalzamento delle temperature. Il problema è talmente urgente che, come testimoniano le recenti dimissioni del ministro francese dell'ambiente Nicolas Hulot per protesta o le parole del leader samoano che ha definito "malati psichiatrici" gli scettici sull'effetto serra, non c'è più tempo da perdere. 

 

Al contrario se si iniziasse una missione univoca e globale nella lotta al surriscaldamento secondo lo studio l'economia mondiale potrebbe godere di 26 trilioni di dollari entro il 2030 e almeno 65 milioni di posti di lavoro basati su lavori a basse emissioni di carbonio: pari alla forza lavoro di Egitto e Regno Unito messi insieme.

 

Inoltre, precisa il report, si potrebbero evitare "700.000 morti premature per inquinamento atmosferico rispetto ad una situazione business-as-usual". In Europa un più efficace carbon pricing e l'eliminazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili potrebbero "ridurre la spesa sanitaria pubblica di circa 7,2 miliardi di dollari tra il 2018 e il 2030. L'aumento negli spostamenti in bicicletta nelle città europee potrebbe prevenire 10mila decessi prematuri all'anno". 

 

Per far sì che tutto ciò avvenga nei prossimi due anni saranno necessarie azioni quali la "fissazione del prezzo del carbonio, investimenti in infrastrutture sostenibili e  piena partecipazione delle donne nell'economia".  Senza tali investimenti, per contro, i costi potrebbero lievitare e ci si ritroverebbe in una situazione con "oltre 140 milioni di migranti per motivi legati al clima entro il 2050".

 

Nel rapporto "Unlocking the Inclusive Growth Story of the 21st Century" della Commissione Global presieduta dall'ex presidente messicano Felipe Calderon si legge che "nell'ultimo decennio ci sono stati enormi progressi tecnologici e di mercato che hanno guidato il passaggio a una nuova economia climatica. Se applicati usufruiremmo di reali benefici in termini di nuovi posti di lavoro, risparmi economici, competitività e opportunità di mercato, e un miglioramento del benessere per le persone in tutto il mondo".

 

Per Helen Mountford, direttrice programma New Climate Economy, e principale autrice del rapporto, lo scopo di questo studio "è dimostrare come accelerare il passaggio a questo nuovo percorso di crescita. Descrive i vantaggi di farlo, le sfide che ci attendono e gli evidenti acceleratori o le azioni che possono essere intraprese per raccogliere pienamente i frutti di una crescita più forte, più pulita e più equa".

 

Cinque i sistemi economici chiave individuati: energia, città, cibo e utilizzo del suolo, acqua e industria. In questi contesti, ricorda Caio Koch-Weser, presidente dell'European Climate Foundation, va rammentato che "la storia del clima è fondamentalmente economica. Se agiamo con coraggio adesso, vedremo una maggiore produttività, una maggiore inclusione sociale e economie più resilienti. I ministri delle finanze dovrebbero prestare particolare attenzione al messaggio principale di questo rapporto: l'azione per il clima è la storia della  crescita del XXI secolo".

 

di GIACOMO TALIGNANI

 

FONTE: https://www.repubblica.it/ambiente/2018/09/06/news/_uniti_contro_il_global_warming_potremo_creare_65_milioni_di_posti_di_lavoro_-205770414/