Le specie animali che, dall’origine della vita sulla Terra ad oggi, hanno popolato il pianeta sono vissute in media quattro milioni di anni. La nostra specie, autoproclamatasi con un po’ di arroganza “uomo sapiente”, esiste da appena 300mila anni, eppure sembra destinata a scomparire ben prima dei quattro milioni di anni “pattuiti”.
In questo lasso di tempo, infinitesimale dal punto di vista evolutivo, siamo infatti riusciti ad alterare profondamente gli equilibri climatici e chimici del pianeta, saturando l’atmosfera di gas velenosi e sfruttando in maniera dissennata le risorse naturali. Proprio il bulimico appetito di risorse sta rendendo la Terra sempre più inospitale per noi e per le altre specie con cui la condividiamo. Quest’anno l’umanità avrà completamente utilizzato il budget di risorse naturali che il nostro pianeta ci ha messo a disposizione per l’intero 2019 il 29 luglio.
Un pianeta non basta
È quanto riporta il Global footprint network, associazione internazionale per la sostenibilità che si occupa di contabilità ambientale calcolando l’impronta ecologica per determinare l’Overshoot day, letteralmente “il giorno del superamento”. Prima di oggi mai l’umanità aveva esaurito il capitale naturale annuale così presto. Considerato il tasso con cui abbiamo esaurito le risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni, è come se utilizzassimo le risorse di 1,75 pianeti Terra. Se invece si calcolasse solo l’impatto dell’Italia, il nono paese con il maggior impatto planetario, avremmo bisogno di ben 2,7 pianeti.
Le conseguenze dell’Overshoot day
Abbiamo tuttavia a disposizione, ahinoi, un solo pianeta, pertanto le risorse in più di cui ci stiamo appropriando hanno un prezzo particolarmente elevato, che pagheranno soprattutto le nuove generazioni. Alcune di queste risorse potrebbero infatti essere sfruttate a tal punto da non essere più in grado di rigenerarsi, come gli stock ittici, mentre la deforestazione, ad esempio, contribuisce ad alimentare i cambiamenti climatici.
“Abbiamo solo una Terra, non possiamo usare risorse pari a quelle di 1,75 pianeti Terra senza conseguenze distruttive – ha affermato Mathis Wackernagel, co-inventore della contabilità dell’impronta ecologica e fondatore del Global footprint network. – Le aziende e i paesi che comprendono e gestiscono la realtà dell’operare in un contesto planetario sono in una posizione molto migliore per affrontare le sfide del 21° secolo”.
#MoveTheDate
Nonostante la quantità di CO2 in atmosfera abbia raggiunto picchi record e lespecie animali si stiano estinguendo ad una velocità mai vista, siamo ancora in tempo per cercare di arginare lo sfacelo ambientale. Spostare la data dell’Overshoot day di cinque giorni all’anno consentirebbe all’umanità di raggiungere l’equilibrio con le risorse prodotte annualmente dal pianeta prima del 2050. Le soluzioni sono note e, oltretutto, finanziariamente vantaggiose. È necessario agire in cinque settori chiave: città, energia, cibo, popolazione e pianeta.
L’azione più urgente da intraprendere è il drastico abbattimento delle emissioni diCO2. Ridurre del 50 per cento le emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili, secondo quanto riportato dal Global footprint network in vista dell’Earth Overshoot day 2019, significherebbe posticipare l’Overshoot day di 93 giorni, mentre sostituire il 50 per cento di consumo di carne con una dieta vegetariana, contribuirebbe a spostare la data di 15 giorni.
di Lorenzo Brenna
Fonte: https://www.lifegate.it/persone/news/overshoot-day-2019-29-luglio