Comunità energetiche: 2,2 miliardi dal Pnrr per svilupparle in Italia

Autoproducono energia rinnovabile. E la scambiano al loro interno per l’autoconsumo tra i membri. Ma non solo. Visto che servono alla transizione ecologica e hanno anche uno scopo solidaristico sociale contro la povertà energetica e il caro-bollette ricevono incentivi statali. In Italia sono circa una ventina, con istallazioni di taglia compresa tra i 20 e i 50 kilowatt picco. Ma il numero (e la dimensione) delle comunità energetiche è destinato a crescere rapidamente. Circa 2,2 miliardi di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono destinati a promuoverne lo sviluppo nei Comuni sotto i cinque mila abitanti attraverso finanziamenti specifici.

 

L’Orange Book di Fondazione Utilitatis e Rse. Stefano Pareglio: «La ricerca testimonia il potenziale in termini sia di sviluppo delle energie rinnovabili, sia di stabilità dei prezzi». Che cosa sono, Maurizio Delfanti: «Soddisfano i bisogni energetici, ambientali e sociali»

Le comunità energetiche rinnovabili (Cer), introdotte circa un anno fa nel nostro ordinamento giuridico, sono associazioni tra cittadini, Pmi, ed enti locali che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti per la produzione e l’autoconsumo condiviso di energia elettrica da fonti rinnovabili. La legge non specifica la tecnologia rinnovabile da adottare, ma quella che si presta a sfruttare meglio i vantaggi del provvedimento è il fotovoltaico. L’energia elettrica autoprodotta può essere consumata immediatamente, scambiata o stoccata in sistemi di accumulo. Il decreto 199/2021 che attua la direttiva 2018/2001/UE ha esteso la potenza massima installabile da 200 kw a 1 Mw e quindi la possibilità di costruire comunità più grandi.

 

L’Orange Book

Secondo l’Orange Book «Le comunità energetiche in Italia», curato da Rse e dalla Fondazione Utilitatis, ipotizzando una produzione annua da fotovoltaico di 1.250 kWh per ogni kW, si produrrebbero così circa 2.500 GWh annui, in grado di evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. «Sulle comunità energetiche – spiega Stefano Pareglio, presidente della Fondazione Utilitatis - siamo ai primi passi, ma questa ricerca testimonia il loro potenziale in termini sia di sviluppo delle energie rinnovabili, sia di stabilità dei prezzi. Non ci nascondiamo le difficoltà applicative ma siamo consapevoli, come dimostrano le testimonianze delle associate a Utilitalia, che questa modalità di generazione avrà nei prossimi anni un significativo sviluppo». Partner del Rapporto è Rse, ente di ricerca sui mercati energetici. «Questa, mi auguro, prima collaborazione Rse - ha commentato Pareglio - è una concreta testimonianza del nuovo corso di Fondazione, impegnata nel costruire partenariati scientifici per indagare e proporre soluzioni praticabili in favore della transizione energetica e ambientale del nostro Paese».

 

Cer: vantaggi ambientali e sociali

In base a quanto emerge dallo studio, le comunità energetiche rinnovabili (Cer) possono contribuire ad accelerare l’utilizzo di energie rinnovabili e a favorire la ricerca di nuove soluzioni per aumentare l’efficienza dei sistemi esistenti, stimolando l’innovazione tecnologica per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Dall’altro lato, la diffusione delle comunità energetiche possono servire a combattere la povertà energetica e - a fronte della recente volatilità dei prezzi di fornitura - possono permettere di contenere i costi. «Come ormai sappiamo – evidenzia Maurizio Delfanti, amministratore delegato di Rse – le comunità energetiche nascono per soddisfare i bisogni energetici, ambientali e sociali individuati dai membri della comunità stessa con l’obiettivo di rendere i clienti finali protagonisti della transizione energetica, resa ancora più urgente dalla crisi dei prezzi in corso. Le sperimentazioni avviate in fase di recepimento anticipato hanno già messo in evidenza che al crescere della complessità degli interventi si rende necessario un confronto e un dialogo fattivo con gli attori del mercato, in modo da fornire alle comunità energetiche risorse e competenze che non sempre possono essere detenute a livello locale».

 

Gli incentivi economici

Ma le comunità energetiche permettono di avere anche vantaggi economici, perché sono incentivate dallo Stato per la durata di 20 anni. In che modo? «Attraverso il Gse - spiega Delfanti - lo Stato riconosce 110 euro come incentivo per ogni megawattora scambiato e altri 10 euro sono conferiti dall’Arera come sorte di rimborso per il mancato utilizzo della rete». A questi 120 euro si devono aggiungere 50 euro risparmiati per il mancato acquisto di energia, visto che è autoprodotto. Il risultato è che i membri delle comunità energetiche risparmiano 170 euro ogni MWh. «L’investimento, che è costituito principalmente dall’impianto di produzione - spiega ancora Delfanti - si ripaga in 8-10 anni».

 

Le sperimentazioni di A2a, Acea, Hera e Iren

Il lavoro ha analizzato le esperienze provenienti da studi e progetti pilota implementati da alcune società – Acea, A2A, Hera e Iren - particolarmente attente allo sviluppo delle potenzialità dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche rinnovabili, permettendo di identificare alcuni significativi punti di interesse. Emergono vantaggi dal lato dei costruttori, identificabili nella riduzione della complessità impiantistica e nella valorizzazione dell’immobile, e anche per i condomini, dovuti alla riduzione delle spese per la fornitura elettrica e l’incremento del controllo e consapevolezza dei consumi attraverso la possibilità di un preciso monitoraggio. Lo studio evidenzia infine alcuni elementi pratici su cui è importante porre l’attenzione. Dal punto di vista tecnico, una puntuale e ponderata individuazione dell’edificio destinato all’installazione degli impianti, con caratteristiche favorevoli, sia strutturali sia di esposizione al sole. Dal punto di vista sociale emerge la necessaria capacità di coinvolgimento e assistenza, per accompagnare gli eventuali membri delle comunità energetiche rinnovabili nei vari adempimenti e nei processi autorizzativi necessari.

 

Fausta Chiesa

 

Fonte: https://www.corriere.it/economia/consumi/22_febbraio_18/comunita-energetiche-22-miliardi-pnrr-svilupparle-italia-4eb53de8-8fe4-11ec-990d-642ea57e6940.shtml