Ucraina, il parlamento Ue chiede l’embargo totale e immediato per petrolio e gas russi

Con 513 sì e solo 22 voti contrari e 19 astenuti, gli eurodeputati hanno approvato il 7 aprile la risoluzione che chiede l’embargo totale e immediato delle importazioni di petrolio, carbone, gas e combustibile nucleare dalla Russia, in risposta alla guerra in Ucraina. Queste ulteriori misure contro Putin dovrebbero andare in parallelo a un programma che assicuri sicurezza nell’approvvigionamento energetico nella Ue già nel breve termine. La risoluzione prevede anche la definizione di tappe da seguire per la revoca nell’eventualità “in cui la Russia adotti provvedimenti intesi a ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ritiri completamente le proprie truppe dal territorio ucraino”.

 

Un tribunale per i crimini di guerra

Ma se da una parte ci sono le ritorsioni economiche, dall’altra c’è il problema delle atrocità commesse che va affrontato seriamente. Per gli eurodeputati si tratta «innegabilmente di crimini di guerra», commessi dalle truppe russe in Ucraina, in particolare a Bucha e che hanno quasi completamente distrutto Mariupol, Volnovakha e altre città e villaggi. Per gli autori dei crimini di guerra la richiesta è di istituire un tribunale speciale delle Nazioni Unite. Parallelamente l’Europarlamento ribadisce la necessità degli aiuti di tipo difensivo alle forze armate ucraine offerti individualmente dai Paesi Ue e collettivamente attraverso lo strumento europeo per la pace.

 

Lo stop al carbone

Sempre nella serata di oggi, 7 aprile, è atteso il via libera dei governi al quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Stavolta si rompe un tabù realmente, con lo stop alle importazioni di carbone (4 miliardi di euro all’anno), primo passo verso l’embargo totale delle importazioni ben più importanti di gas e petrolio e di gran lunga il più facile da tagliare in tempi rapidi, infliggendo però molti meno danni alle cassa del presidente russo e all’economia europea.

 

Ora tocca al petrolio

La settimana prossima, ha spiegato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, a Lussemburgo i ministri degli esteri dei Paesi membri discuteranno del capitolo petrolio russo (il 25% del totale delle importazioni europee). Conferma arriva anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «Penso che sia una questione di ore la discussione sull’embargo sul petrolio russo», ha detto, «quindi, oggi o domani». Per la presidente «ha avuto molto successo negli ultimi 44 giorni l’essere stati uniti e il muoverci insieme come una Unione. Ed è davvero importante coordinarci con i Paesi membri insieme perché il potere delle sanzioni è maggiore e l’impatto è più forte», ha aggiunto. Il gas, dunque, per ora resta in sospeso, come ultima arma da usare contro Putin, dato che le conseguenze per l’economia europea (il gas russo vale il 43% di quello usato in Ue) sarebbero molto forti.

 

I timori di Germania e Ungheria

Il governo tedesco teme infatti la recessione e così l’Ungheria di Orban. Sarà, insomma, difficile per l’Europa accordarsi sulle sanzioni energetiche con Paesi come la Germania, l’Italia e la Bulgaria così dipendenti dal gas russo. Per ora, il piano Ue è di ridurre la dipendenza dal gas di Mosca di due terzi entro la fine dell’anno e completamente nei prossimi anni, aumentando le forniture alternative, la conservazione, l’eolico e il solare.

 

Via tutte le banche russe dal sistema Swift

Ma oltre alla richiesta dell’embargo, l’Europarlamento si è rivolta ai leader Ue pregandoli di agire per escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali, come l’Unhcr (Onu), l’Interpol, l’Organizzazione mondiale del commercio, l’Unesco, per dare «un segnale importante del fatto che la comunità internazionale non tornerà a lavorare come di consueto con lo Stato aggressore». Chiesto anche il divieto all’ingresso nelle acque territoriali della Ue e l’attracco nei porti europei (misura che è contenuta nel quinto pacchetto) di qualsiasi nave battente bandiera russa, registrata, posseduta, noleggiata o gestita dalla Russia, così il trasporto di merci su strada da e per la Russia e Bielorussia. Sul versante finanziario, infine, la richiesta è di escludere tutte le banche russe, senza esclusioni, dal sistema Swift.

 

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

 

Fonte: https://www.corriere.it/economia/finanza/22_aprile_07/ucraina-parlamento-ue-chiede-l-embargo-totale-immediato-il-petrolio-gas-russi-d1c55eba-b66e-11ec-b39d-8a197cc9b19a.shtml