Piano nazionale rifiuti, ambientalisti contro nuovi inceneritori

L’introduzione del Pngr, il Piano nazionale gestione rifiuti attuale in fase di Vas (Valutazione ambientale strategica), rappresenta un passo in avanti positivo. Ne sono convinte le associazioni Greenpeace, ZeroWaste Italy, Kyoto Club, Legambiente e Wwf. Un giudizio positivo nel merito, perché con il Pngr si mettono in evidenza le determinanti principali dell’ulteriore evoluzione del sistema delle raccolte differenziate e del recupero di materia; e nel metodo, in quanto il Pngr intende essere un Piano “di indirizzo” alle pianificazioni regionali, e non di “imposizione di scelte e dimensionamenti”, cosa che si riscontrava invece con lo Sblocca Italia.

 

I nodi da sciogliere, però, restano. Secondo le associazioni il Pngr si inserisce temporalmente in successione ai bandi previsti dal Pnrr sull’impiantistica e questo rischia di depotenziare la sua funzione di indirizzo. Riguardo alle azioni come riduzione, riuso e riciclo (incluso quello organico) sarebbe stata opportuna una maggiore concretezza nelle indicazioni operative con un confronto con le Regioni.

 

La criticità più rilevante riguarda però le previsioni di gestione del rifiuto urbano residuo (Rur). Nella proposta di Piano troppo spazio viene lasciato all’incenerimento e in tale senso, si arriva addirittura a raccomandare l’incenerimento del RUR senza pretrattamenti, “allo scopo di massimizzarne il recupero energetico”. Queste scelte, insieme alle relative indicazioni operative, sono disallineate dall’evoluzione in corso delle politiche ambientali Ue e rischiano di fuorviare le scelte strategiche alla base dei Piani di settore per i prossimi anni e lustri, facendole divergere rispetto alle politiche Ue sull’economia circolare e ad altre politiche ambientali. Questo rischio è ben rappresentato dalla recente proposta di un mega-inceneritore proposto dal Comune di Roma che sembra ignorare le scelte “europee di escludere l’incenerimento dei rifiuti dalla tassonomia” e l’imminente – al più tardi dal 2028 – eliminazione dell’esenzione degli inceneritori dallo schema Ets che renderanno ancora meno conveniente dal punto di vista economico la scelta di bruciarli.

 

Per le associazioni il Pngr deve essere invece un’occasione per ridefinire le strategie nazionali, individuando le azioni necessarie di riduzione e di minimizzazione del Rur, con un confronto reale con i territori e le Regioni, affinché si possa puntare a obiettivi più ambiziosi di quelli minimi definiti nelle direttive.

 

Fonte: https://www.lanuovaecologia.it/piano-nazionale-gestione-rifiuti-associazioni-ambientaliste-incenerimento/