Possibile? Secondo lo studio, tutto nasce dal fatto che le emissioni dichiarate dai costruttori di auto sono frutto di calcoli basati su dati poco credibili. "Secondo noi - spiegano i ricercatori - Bmw, Hyundai, Kia e Stellantis sono tra le peggiori: dichiarano meno della metà delle sue emissioni globali. Nella fattispecie le emissioni globali delle case automobilistiche superano mediamente del 50% l'ammontare ufficiale, con punte del 149%, 116% e 81% riscontrate rispettivamente presso Stellantis, Hyundai-Kia e Bmw".
Una polemica non da poco perché - lo dice la Ue - le nuove norme sulle emsissioni che entreranno in vigore il prossimo anno le case automobilistiche dovranno rendere note le loro emissioni totali nel ciclo di vita dei prodotti.
"A differenza di altri prodotti - continua T&E - come ad esempio un complemento d'arredo o un telefono cellulare, la stragrande maggioranza (98%) delle emissioni di un'auto non deriva
dalla sua produzione bensì dal suo utilizzo. E, come dimostra la nostra analisi, i livelli misurati sono con ogni probabilità molto più elevati di quanto dichiarato dai
costruttori.
Le emissioni totali rese note dalle case automobilistiche sono il risultato di un calcolo che tiene conto di una serie di fattori come le dimensioni medie dei veicoli, il luogo in cui
vengono guidati e la durata del loro ciclo di vita. I dati elaborati sono raccolti secondo criteri selettivi e discutibili che sono
finalizzati a determinare numeri più bassi. Bmw, ad esempio, stima le emissioni medie dei
suoi veicoli ipotizzando che questi ultimi percorrano non più di 150.000 chilometri nel corso della loro esistenza. Un dato che non corrisponde alla realtà".
Analisi più accurate, evidenziano T&E e Legambiente, rivelano anche come in alcuni casi l'intensità di carbonio degli investimenti
nelle aziende automobilistiche sia addirittura superiore a quella associata alle operazioni finanziarie nell'industria petrolifera. Ai prezzi odierni, ad esempio, un milione di euro
investito nella Exxon Mobil finanzia infatti circa 2.000 tonnellate di CO2 equivalente. Lo stesso importo diretto al settore automobilistico ne finanzia oltre 4.500. In alcuni casi l'intensità di carbonio è
significativamente più alta: con picchi di 7.000 tonnellate per gli investimenti in Honda e di quasi 10.000 per quelli in Renault-Nissan-Mitsubishi.
Come finirà? Difficile dirlo. Alla T&E sostengono che - citando le stime della società finanziaria statunitense Morningstar - entro la fine del 2022 circa il 50% di tutti i nuovi prodotti finanziari venduti sul mercato saranno basati su criteri ESG, ovvero ambientali, sociali e di governance. "Tali criteri - spiegano - tuttavia, non riescono a cogliere in pieno il reale impatto climatico delle aziende. Pur essendo gli indicatori ambientali più importanti, infatti, le emissioni di CO2 rappresentano meno dell'1% del rating ESG dei titoli presenti in due dei principali indici di borsa del mondo".