Nel 2022 l'Europa ha prodotto più energia da eolico e solare che dal gas

La crisi energetica spinge le rinnovabili. Per la prima volta eolico e solare, sommati assieme, hanno superato il gas nella produzione di energia elettrica a livello europeo: il dato, riferito al 2022 e riportato dal centro studi energetico Ember nel rapporto European Electricity Review, vede i primi due contare per il 22,28% del totale della produzione contro il 19,91% del gas.

 

L’Unione europea ha scongiurato il temuto ritorno del carbone, la cui quota è aumentata di soli 1,5 punti percentuali, arrivando a generare il 16% dell’energia complessiva usata nel continente. Un segnale positivo che ha sorpreso molti, una luce in fondo al tunnel in un anno caratterizzato dalle difficoltà di approvvigionamento. “L’Europa ha evitato lo scenario peggiore della crisi energetica”, ha commentato Dave Jones, a capo dell’analisi dei dati per Ember. Nonostante questo, la strada è ancora lunga: sia perché il rapporto non tiene conto degli altri usi del combustibile fossile, sia perché si tratta di una media. Per l’Italia, ma anche per altri paesi, le cose sono molto diverse. Vediamo meglio.

 

L’analisi

Secondo il think tank, l’Europa si è trovata ad affrontare una triplice crisi nel settore dell’elettricità: innanzitutto, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha avuto pesanti ripercussioni sulle forniture; ma, scrivono gli analisti, hanno giocato un ruolo fondamentale anche i livelli produttivi di energia nucleare e idroelettrica più bassi da almeno due decenni a questa parte. La buona notizia è che la produzione di energia elettrica da carbone è cresciuta solo del 7% (pari a 28 terawattora) a livello continentale: la crescita record di eolico e solare (con venti paesi che hanno stabilito un nuovo record) ha contribuito a compensare il deficit. 

 

Clima più mite e aumento dei costi hanno contribuito a ridurre la domanda che, nell’ultimo trimestre 2022, è calata del 7,9% rispetto alla stesso periodo del 2021: un calo, notano gli esperti paragonabile a quello del lockdown (secondo trimestre 2020, -9,6%, pari a 61 terawattora). Secondo Ember, nel 2023 la transizione dell'Europa verso l'eolico e il solare accelererà in risposta alla crisi energetica, mentre l'idroelettrico e il nucleare francese si riprenderanno. Il think tank stima che la produzione di energia elettrica derivante da fonti fossili potrebbe crollare del 20% nel 2023, il doppio rispetto al precedente record del 2020. Diminuirà la generazione da carbone, ma sarà quella da gas (che si prevede rimarrà più costosa del carbone almeno fino al 2025) a decrescere più rapidamente.

 

“La crisi energetica ha indubbiamente accelerato la transizione elettrica dell'Europa - ha affermato Jones -. L'Europa sta correndo verso un'economia pulita ed elettrificata, e questo sarà pienamente visibile nel 2023. Il cambiamento sta arrivando velocemente e tutti devono essere pronti".

 

Soddisfatto anche il  vicepresidente della Commissione europea con delega al Green Deal Frans Timmermans.“Stiamo assistendo a una notevole accelerazione delle rinnovabili. Soprattutto per quanto riguarda l'eolico offshore e l'energia solare sui tetti, i numeri sono impressionanti” ha dichiarato. “Questo dimostra che il nostro obiettivo del 45% di energie rinnovabili entro il 2030 è ambizioso ma del tutto fattibile”.

 

In Italia il gas conta ancora per metà

In Italia le cose vanno diversamente. Da un’analisi di Wired sul dataset fornito da Ember, risulta che in Italia la generazione di elettricità da eolico e solare nel 2022 si è fermata al 17,08%, con l’aggregato di tutte le rinnovabili che si attesta al 36,44%. Il gas conta ancora per metà: ben il 50,68%, con il complesso delle fonti fossili al 63,56% e il carbone al 7,6%.

 

A fare compagnia all'Italia c’è l’Irlanda (48,57% dell’energia elettrica da gas) un po’ più sotto, staccata di dieci punti, la Grecia (37,3%). Maglia nera la piccola Malta, con l’83,87%. Considerando i virtuosi di solare ed eolico, in testa a tutti ci sono la Danimarca (60,81%), Lituania (48,44%), Lussemburgo (47,06%), poi Portogallo (34,8%), Irlanda (34,18), Grecia (33,33%), Spagna (33,22). Molto male anche per Slovenia (3,39%), Slovacchia (2,55%), Lituania (3,95%), Repubblica Ceca (3,71%). 

 

Interessante vedere i dati del carbone: 42,29% in Bulgaria, 43,44% in Repubblica Ceca, 31,05% in Germania e addirittura 69,27% in Polonia. Sulle bioenergie vanno forte Estonia (29,86%), Finlandia (19,35% e il piccolo Lussemburgo (33,61%), con l’Italia al 6,59%. Interessante anche il dato sull’idroelettrico, che dipende fortemente dall’idro-orografia: davanti a tutti ci sono Austria (addirittura il 55,76%), Lettonia (54,74%), Svezia (40,28) e Croazia (37,89%). Il nostro paese è al 10,74%.

 

Raffreddare gli entusiasmi

In Italia le reazioni sono tiepide. “Il gas usato per altri scopi, come il riscaldamento e l’industria, lo rende ancora una fonte prevalente, purtroppo - spiega a Wired Italia Maria Grazia Midulla, responsabile energia del Wwf Italia -. Anche se va notato che le pompe di calore (alimentate a energia elettrica, ndr) vanno sempre più forte, dopo la crisi energetica”.

 

Agostino Re Rebaudengo di Elettricità futura, associazione che raccoglie i produttori, sottolinea i limiti (peraltro noti, e sottolineati anche su queste pagine) del processo autorizzativo: “Per la sicurezza e l’indipendenza energetica dell’Unione europea è un’ottima notizia - commenta -. Nello stesso anno in Italia ci sono stati segnali positivi in termini di accelerazione del rilascio delle autorizzazioni grazie al lavoro delle Commissioni Piano nazionale di ripresa e resilienza - Pniec (Piano nazionale integrato per l'energia e il clima) e Valutazione dell'impatto ambientale (Via) - Valutazione ambientale strategica (Vas). Ma è bene ricordare che c’è una differenza sostanziale tra i gigawatt valutati positivamente dalle citate commissioni e quelli installati, cioè quelli che diventano effettivamente impianti e iniziano a immettere elettricità in rete”. 

 

Secondo Rebaudengo, “dopo aver ottenuto il via libera nazionale, i progetti rinnovabili hanno ancora davanti una lunga catena di permessi: la metà delle richieste viene bocciata dalle soprintendenze o dalle regioni, l’altra metà impiega in media 7 anni per completare l’iter autorizzativo”. Il piano 2030 del settore elettrico, elaborato da Elettricità futura ha l’obiettivo di raggiungere l’84% di rinnovabili nel mix elettrico partendo dall’attuale 36%. Nel 2021 il governo aveva promesso il 70%, comunque significativamente più alto rispetto all'obiettivo di Bruxelles. 

 

Un'opportunità dal mare

Un'opportunità può venire dal mare. “L'eolico a terra non ha più molto spazio disponibile e il fotovoltaico ha un basso rapporto dell’energia prodotta per ogni metro quadrato di suolo occupato”, dice Domenico Coiro, del dipartimento di Ingegneria industriale dell'università degli studi di Napoli Federico II e coordinatore del consorzio Seapower, cui partecipa anche l'ateneo. Secondo Coiro, dati i fondali, l'eolico offshore è la tecnologia di elezione per l'Italia, anche se “non ancora completamente matura”. L’obiettivo deve essere quello di "organizzare e sviluppare una filiera tutta italiana, che favorirebbe le aziende siderurgiche e quelle meccaniche nostrane, grande opportunità anche per la creazione di numerosi posti di lavoro”.

 

“Oltre a questa possibilità, c’è da tener presente che sono necessarie imponenti opere infrastrutturali che permettano il trasporto dell’energia rinnovabile dai luoghi dove essa è prodotta, principalmente a sud del paese, verso le aree industriali energivore che sono situate principalmente a nord - spiega -. Infine, saranno necessarie opere portuali per permettere l’immagazzinamento dei componenti delle turbine eoliche da installare, cantieri navali imponenti per la realizzazione delle piattaforme galleggianti (una piattaforma galleggiante contiene acciaio pari ad un quinto di una grande nave da crociera, ndr), mezzi marini per il trasporto e l’installazione delle turbine in mare”.

 

Fonte: https://www.wired.it/article/energia-solare-eolico-europa-supera-gas/#:~:text=Per%20la%20prima%20volta%20eolico,del%20totale%20della%20produzione%20contro