Solo 10 Paesi soddisfano i bisogni fondamentali dei loro cittadini in modo sostenibile

Lo studio “Possible but rare: Safe and just satisfaction of national human needs in terms of ecosystem services”, pubblicato su One Earth da Yazeed Aleissa e Bhavik Baksh del Department of chemical and biomolecular engineering dell’Ohio State University – Columbus (OSU), ha sviluppato «Un quadro per quantificare quanto bene i Paesi di tutto il mondo stiano fornendo cibo, energia e acqua adeguati ai propri cittadini senza superare la capacità della natura di soddisfare tali bisogni».

 

Aleissa e Baksh  hanno così  scoperto che solo il 6% di 178 Paesi presi in esame provvede a tutti i propri cittadini in modo ecologicamente sostenibile sia nel sequestro del carbonio che nel consumo di acqua.

 

Lo studio ha rilevato che «Mentre il 67% delle nazioni opera in modo sicuro e sostenibile per quanto riguarda l’uso dell’acqua, solo il 9% lo fa per quanto riguarda il sequestro del carbonio o la riduzione delle emissioni di gas serra».

 

Per esempio, gli Stati Uniti d’America sono tra i Paesi in grado di fornire acqua in modo sicuro e giusto cittadini, ma per quanto riguarda l’utilizzo del carbonio, non lo fanno in modo ecologicamente sostenibile.

 

Bakshi, che da decenni lavora per far progredire il concetto di ingegneria sostenibile : la pratica di progettare prodotti o sistemi con la natura e le soluzioni positive, spiega: «Affinché un Paese sia autosufficiente, la sua popolazione ha bisogno di accesso a cibo, acqua ed energia, risorse che spesso possono essere fornite solo dall’ecosistema circostante. Tuttavia, poiché le attività umane tendono a causare effetti collaterali indesiderati come il riscaldamento globale o l’esaurimento dell’ozono, è essenziale che gli esperti cerchino modi per sviluppare la società in modo ecologicamente sostenibile. Allo stesso tempo, per essere socialmente giusti, i Paesi devono assicurarsi risorse per soddisfare i bisogni fondamentali di tutti i loro cittadini.  La maggior parte delle discipline ingegneristiche ignora tradizionalmente il ruolo che la natura svolge nel supportare le nostre attività e, più in generale, il nostro benessere. In questo studio, abbiamo cercato di assicurarci di poter quantificare queste sfide in un modo che gli ingegneri potessero utilizzare per prendere decisioni migliori».

 

Il quadro di questo nuovo studio è stato realizzato utilizzando il framework of planetary boundaries e il concetto di “spazio operativo sicuro e giusto”, che identifica il tetto ecologico di un Paese, cioè l’ambito entro il quale devono operare le attività umane per ridurre il rischio di causare danni irreparabili alla Terra. Bakshi ricorda che «Idealmente, le attività umane dovrebbero esistere tra i limiti del tetto ecologico di una società e il suo fondamento sociale, un confine che descrive le risorse necessarie per evitare gravi privazioni umane di cibo, acqua o energia. SE si sta superando il tetto ecologico, allora non si è sostenibili dal punto di vista ambientale. Se si è al di sotto della base sociale, allora non si soddisfano  i bisogni umani di base e questo può essere frustrante dal punto di vista dell’equità».

 

Utilizzando i recenti dati della Fao e di altre agenzie internazionali sull’acqua e sul sequestro del carbonio, , Bakshi e Aleissa hanno analizzato come i bisogni di 178 Paesi in tutto il mondo si sovrapponessero a quelli dei loro ecosistemi regionali, scoprendo che «La maggior parte dei paesi emette molto più di quanto il loro ecosistema nazionale possa gestire in termini di carbonio, ma tende a operare vicino ai propri limiti di approvvigionamento idrico».

 

Secondo lo studio, solo 10 Paesi su 178 utilizzano l’acqua e producono emissioni di carbonio a un tasso sostenibile, soddisfacendo anche i bisogni fondamentali dei propri cittadini. Questi includono Canada, Svezia, Gabon e Papua Nuova Guinea.

 

A volte i paesi non hanno molta scelta. I risultati dello studio hanno dimostrato che «Il 37% dei Paesi non ha la capacità di provvedere ai propri cittadini in modo sicuro ed equo in termini di sequestro del carbonio, e il 10% non ha la capacità di farlo per quanto riguarda l’acqua. Sebbene lo stato socioeconomico dei Paesi sia spesso correlato a quanto bene possono provvedere ai propri cittadini in modo sostenibile, non sempre funziona in questo modo». Bakshi fa notare che «Ci sono Paesi ricchi che fanno bene e ci sono anche alcuni Paesi poveri che fanno bene, ma le ragioni dei loro successi sono molto diverse. Queste differenze spesso si riducono al modo in cui una nazione gestisce la domanda e l’offerta. Prendiamo il Canada, un Paese grande e ricco con una popolazione relativamente bassa che ha una grande offerta di capitale naturale come foreste e laghi in grado di catturare il carbonio. Dato che ha risorse più che sufficienti per la sua popolazione, i livelli di consumo soddisferebbero i limiti sicuri e giusti del framework. D’altra parte, i Paesi poveri come il Gabon hanno un capitale naturale adeguato per sostenere più attività che migliorano il benessere umano. Altri Paesi, come quelli del Medio Oriente, del Nord Africa e dell’Africa sub-sahariana, non possono soddisfare requisiti sicuri ed equi per il carbonio perché mancano di vegetazione per aiutare il sequestro del carbonio, catturando il carbonio che il Paese emette. In sostanza, devono fare più affidamento sulle tecnologie di cattura del carbonio e sul commercio globale».

 

Nonostante le prospettive emerse dallo studio siano potenzialmente fosche, i due ricercatori ritengono che «Fornisce un barlume di speranza nella lotta ai rischi ambientali dello sviluppo umano». I risultati implicano che «Con una domanda molto inferiore a quella suggerita dai livelli attuali Molte nazioni potrebbero assicurarsi le risorse necessarie di cui hanno bisogno per prosperare».

 

Bakshi conclude: «Un modo per farlo sarebbe produrre più energia con fonti rinnovabili, introdurre diete a base vegetale nei nostri cicli alimentari e cambiare il modo in cui produciamo determinati beni e servizi per sviluppare un’economia circolare sostenibile anziché lineare. Inoltre, se implementato quando si considerano futuri progetti di ingegneria, lo studio suggerisce che il quadro potrebbe essere utilizzato per guidare le decisioni tecnologiche, politiche e commerciali per aiutare meglio le nazioni a soddisfare le loro esigenze in modo più sicuro e giusto. Da una prospettiva positiva, il nostro lavoro offre agli ingegneri e ad altre professioni opportunità per innovare e trovare nuovi modi per fare le cose nel modo giusto. Chiunque lo capirà sarà il futuro di un mondo più sostenibile e giusto».

 

Fonte: https://greenreport.it/news/economia-ecologica/solo-10-paesi-soddisfano-i-bisogni-fondamentali-dei-loro-cittadini-in-modo-sostenibile/