Entro la fine del XXI secolo, le alluvioni centenarie potrebbero verificarsi ogni anno

Secondo lo studio ““Coevolution of Extreme Sea Levels and Sea-Level Rise Under Global Warming”, pubblicato su Earth’s Future dell’ American Geophysical Union (AGU) da Hamed Moftakhari, Georgios Boumis e Hamid Moradkhani dell’università dell’Alabama – Tuscaloosa, «La maggior parte delle comunità costiere andrà incontro ogni anno a inondazioni centenarie entro la fine del secolo, anche in uno scenario moderato in cui le emissioni di anidride carbonica raggiungeranno il picco entro il 2040. E già nel 2050, le regioni di tutto il mondo potrebbero subire inondazioni centenarie, in media ogni 9 – 15  anni».

 

Un’alluvione secolare è un livello estremo dell’acqua che ha l’1% di probabilità di essere superata in un dato anno e si basa su dati storici. Nonostante il loro nome, le inondazioni ogni 100 anni possono colpire la stessa area per più anni consecutivi o non colpirla affatto nell’arco di un secolo. Ma il nuovo studio rileva che «Queste  tendenze storiche non forniranno più una prospettiva accurata per le inondazioni future».

 

Moftakhari spiega che «In un clima più caldo, la soglia che prevediamo venga superata in media una volta ogni cento anni verrà superata molto più frequentemente fino a quando non saranno più considerati eventi centenari».

 

All’AGU ricordano che «Sulla costa, le inondazioni estreme possono essere causate dall’acqua spinta verso l’interno da tempeste, maree e onde, ma questo studio si concentra su un componente che contribuisce alle inondazioni su una scala temporale molto più lunga: l’innalzamento del livello del mare. Man mano che il mare più alto si avvicina alle coste, le infrastrutture costiere saranno più vicine all’acqua, aumentando le probabilità che tempeste, maree e onde abbiano un impatto sulle comunità».

 

Per condurre analisi dei trend e stimare i futuri livelli estremi del mare in due scenari di emissioni di carbonio delineati dall’International Panel on Climate Change (IPCC), i ricercatori hanno utilizzato i dati provenienti da più di 300 misuratori di marea in tutto il mondo: con le emissioni di anidride carbonica continueranno ad aumentare fino alla fine del secolo e con le emissioni di anidride carbonica che raggiungeranno il picco entro il 2040 per poi diminuire. E hanno scoperto che «In entrambi gli scenari l’innalzamento del livello del mare porterà ad un aumento degli eventi di inondazioni su base centenaria nella maggior parte delle località studiate».

 

Per Moftakhari, «Un approccio proattivo alla pianificazione del territorio, allo sviluppo urbano e alle misure di protezione costiera potrebbe aiutare le comunità a ridurre le inondazioni ed evitare i disastri e questo inizia con previsioni realistiche delle future condizioni costiere»

 

Gli ingegneri che progettano strutture come dighe marine, dighe marine e frangiflutti per proteggere le comunità da queste inondazioni estreme si affidano a un concetto noto come stazionarietà per prevedere i futuri livelli dell’acqua. Moftakhari fa notare che «Nella stazionarietà, presumiamo che i modelli che abbiamo osservato in passato rimarranno invariati in futuro, ma ci sono molti fattori legati al cambiamento climatico che stanno modulando questi modelli. Non possiamo più presumere la stazionarietà delle inondazioni costiere».

 

Per prevedere le inondazioni centenarie, gli studi precedenti si basavano su stime stazionarie dei livelli estremi del mare, ma questo studio ha utilizzato metodi non stazionari e ha scoperto che «Lo spostamento dei livelli estremi del mare non sarà uniforme per molte posizioni dei mareografi». All’AGU sottolineano che «Con il cambiamento climatico, l’aumento delle temperature oceaniche e l’acqua di fusione dei ghiacciai stanno causando l’innalzamento del livello del mare, aumentando la frequenza e la gravità delle inondazioni costiere. Di conseguenza, gli ingegneri hanno bisogno di stime accurate del futuro rischio di inondazioni che non presuppongano che il nostro futuro in evoluzione rifletterà i modelli costieri storici».

 

Per Moftakhari, «Ciò che lo rende così impegnativo è che la maggior parte degli strumenti, delle linee guida di progettazione, dei manuali pratici e altro ancora si basano tutti sul presupposto della stazionarietà. Devono essere aggiornati per permetterci di tenere il passo con il tasso di cambiamento».

 

Secondo lo studio “Future Coastal Population Growth and Exposure to Sea-Level Rise and Coastal Flooding – A Global Assessment”, pubblicato nel 2015 su Plos One da un team di ricdercatori delle università di Kiel e di Southampton, più di 600 milioni di persone vivono in regioni costiere basse e si prevede che questo numero aumenterà. Strutture di difesa costiera ben progettate svolgono un ruolo importante nella capacità delle comunità costiere di resistere a gravi inondazioni. Ma, anche se il livello medio del mare sta aumentando, il risultato non sarà lo stesso ovunque. Le latitudini più elevate potrebbero subire un calo del livello del mare a causa dello scioglimento delle pesanti calotte glaciali e dell’innalzamento della terra sottostante. In alternativa, regioni come il Golfo del Messico stanno registrando tassi di innalzamento del livello del mare più rapidi rispetto alla media globale perché la terra sta gradualmente sprofondando.

 

Secondo Moftakhari, «Le comunità costiere avranno bisogno di soluzioni uniche basate sulle informazioni locali per soddisfare le loro esigenze. Sappiamo che il livello medio del mare sta aumentando, la domanda è: come lo affronteremo? Abbiamo già visto che molte parti della costa sono permanentemente inondate e perdono terreno, e molte città e isole costiere stanno subendo inondazioni molto più frequentemente rispetto al passato: è tempo di imparare come affrontare la non stazionarietà».

 

Moftakhari però resta ottimista e conclude: «I disastri sono il risultato del processo decisionale umano, non solo dei rischi. Non dimentichiamo che tutto dipende dal livello dell’acqua che ci aspettiamo di trovare senza misure di mitigazione. Ci saranno progressi tecnologici che potrebbero migliorare la resilienza delle comunità».

 

Fonte https://greenreport.it/news/clima/entro-la-fine-del-xxi-secolo-le-alluvioni-centenarie-potrebbero-verificarsi-ogni-anno/#:~:text=Moftakhari%20spiega%20che%20%C2%ABIn%20un,saranno%20pi%C3%B9%20considerati%20eventi%20centenari%C2%BB